Friday 25 June 2010

Alcuni aspetti della civiltà lacedemone

Le radici della civilità occidentale affondano profondamente e fermamente nell’humus delle civilità classiche dell’antichità mediterranea. Oltre che Roma ed Atene, una menzione particolare la merita Sparta.

Ci sono svariati aspetti della civiltà lacedemone meritevoli di attenzione, in alcuni casi di vera e propria ammirazione, in specialmente considerando il contesto storico ed il comportamento dei loro contemporanei, per non dire di quello di alcuni nostri contemporanei.

Tra i caratteri fondamentali della civiltà Lacedemone vi erano infatti l’assoluto dominio della legge, che è forse la loro eredità più importante e storicamente influente, l’altissima considerazione per le donne e per il loro ruolo nella società e soprattutto, a meno di non avere la ventura di essere uno dei primogeniti maschi dei due re, che ne erano gli unici esenti, l’educazione obbligatoria universale per entrambi i sessi.

Gli Ateniesi distinguevano bene o male le donne nelle due rozze categorie di puttane o riproduttrici, le prime destinate ad essere frequentate, quindi usate, soltanto fuori da casa, le seconde condannate a non uscire quasi mai dal luogo destinato al loro uso, la casa, e nel caso dovessero temporaneamente uscirne, soltanto se coperte come le Afghane sotto i Taliban, se non peggio, e soltanto se scortate da parenti stretti.

In netto contrasto, il fenomeno della prostituzione, comunissimo ad Atene, era praticamente sconosciuto in Lacedemonia.

Vi sono comunque tanti altri indizi che ci raccontano dell’inusuale considerazione delle donne nella civiltà lacedemone. Quale altra civiltà pre-moderna limitava l’età del matrimonio a “quell’età in cui le ragazze possano finalmente gioire dei piaceri del sesso“?

Oltre per la considerazione per la volontà ed i desideri delle ragazze, potremmo anche citare il fatto che fino al matrimonio, e spesso anche dopo, i ragazzi e le ragazze passavano buona parte della giornata a studiare insieme, o ad ad esercitarsi nudi o seminudi, il fatto che i matrimoni erano comunemente decisi ed organizzati dai diretti interessati, il fatto che l’adulterio non era usualmente punito, e che comunque quando uno Spartiata non si sentiva più in grado di soddisfare la moglie sessualmente, non aveva remore a chiedere il favore ad un amico a lei gradito, soprattutto se c’era bisogno di un erede per la famiglia, o il fatto che, probabilmente unici tra gli antichi e comunque tra i pochi anche tra i nostri contemporanei, gli Spartiati non auguravano “figli maschi”, ma “figli” (in genere neutrale nell’originale Dorico).

L’enorme libertà e considerazione delle donne spartane rimase un unicum per secoli, i Romani in epoca imperiale andavano in vacanza in Laconia per vedere con i propri occhi i costumi esotici di questo strano popolo, e ne erano probabilmente scioccati, se non disgustati, così come a suo tempo ne erano stati scioccati anche gli Ateniesi, soprattutto dall’idea di mandare a scuola le figlie.

Bisogna però puntualizzare che se da una parte è vero che tante caratteristiche della loro civiltà erano straordinariamente e sorprendentemente avanzate, ce ne sono tante altre però ci farebbero rabbrividire se non proprio inorridire.

Per usare un eufemismo, tra le caratteristiche meno meritevoli di ammirazione vi era certamente il brutale e fondamentalmente inumano trattamento riservato agli Heloti, l’incapacità di trovare una soluzione per contrastare il costante calo demografico degli Spartiati che alla fine determinerà il declino definitivo della potenza militare lacedemone, l’incapacità di riuscire a convivere in pace con i propri vicini, l’infanticidio di Stato, l’eugenia di Stato, possibilmente anche, ma magari non probabilmente, la pederastia di Stato.

Su quest’ultimo punto, ovviamente particolarmente controverso, in realtà noi non sappiamo con assoluta certezza se a Sparta venisse veramente implementata una vera e propria pederastia di Stato.

Mentre è una eventualità possibile, e se si interpreta in una certa maniera, cioé come una sorta di lezione per insegnare in maniera brutale ai ragazzi ed alle ragazze che il loro corpo non gli appartiene, ma appartiene allo Stato, potrebbe anche essere in carattere con tante altre cose che sappiamo sui Lacedemoni, non è molto probabile perché, come visto appena precedentemente, tante altre cose che sappiamo su di loro ci indicano l’esatto contrario: ad Atene, ad esempio, mentre siamo certi che la pederastia non fosse un affare di Stato, siamo invece assolutamente certi che fosse molto diffusa.

Era un tipo di relazione, per la nostra sensibilità contemporanea chiaramente sbilanciata, tra individui consenzienti, per quanto ne sappiamo fondamentalmente omosessuale (anche perché probabilmente le relazioni con prostitute bambine agli Ateniesi potrebbero purtroppo non essere sembrate particolarmente degne di nota o di importanza), dove gli adolescenti coinvolti cercavano compensi materiali, sia immediati che futuri.

A Sparta, come la prostituzione, anche l’omosessualità era, se non sconosciuta, probabilmente malvista, tant’è che anche l’archeologia conferma che mentre si possono trovare un po’ ovunque grandi quantità di ceramiche dipinte con scene omosessuali, in Lacedemonia sono rarissime, se non proprio assenti. Ci sono insomma tanti indizi che ci fanno quindi pensare che la pederastia di Stato degli Spartiati fosse probabilmente una delle tante calunnie messe in giro dai tanti loro nemici, tra i quali appunto gli Ateniesi.

I Lacedemoni erano infine molto conservatori, e certamente molto rispettosi delle tradizioni. Ad esempio gli ultimi che ad abbandonare la religione dei nostri progenitori furono proprio loro. Gli Spartani resistettero al proselitismo cristiano ed islamico praticamente fino al X secolo inoltrato!

Wednesday 23 June 2010

What went wrong with Spain?

From 1984 to 2002 I thoroughly enjoyed the way Spain played.

They could have achieved something more, a couple of times were really misfortunate, especially with big mistakes by very good goalkeepers, some other times they weren’t truly helped by the officials, I’ve already whined about Ghandour recently, but at the end of it, they were often a joy to watch, even when loosing.

To make a point their bout with Nigeria at the 1998WC was one of the greatest 1st round match at World Cups ever.

Already in 2004 and 2006 anyway it was clear something was starting to go amiss, and albeit their victory in 2008, at that point they had completely lost it. In recent years watching Spain has become akin to watch grass grow.

They have become worst than the worst Brazilian or Colombian teams at their dreamy worst, for large bits of their matches you would be forgiven to start snoring, players seems more concerned of getting the ball in the empty areas of the field than to try to score a goal, at times I despair some of these players will at some point remember even to give a try at that! It is such an uneuropean way to play, I truly hope it is not representative of the way teams are playing in La Liga nowadays, but if that would be so, I’d not understand where these players came from. They played already so in 2008, and if possible, they have been only been worsening since then.

The British press went rightly berserk for the display of England against Algeria, now I understand the Spanish press and public opinion has been quite happy with the soporific way of life of Spain in recent years, but I suspect that may well be because they have got some victory at last, victory snatched more by the merit of some erratic individual flare than from real sustained, fast, full of pace, all around team effort, I cannot fathom how they will be able to afford to go forward along that path in the long term.

Friday 4 June 2010

L’assassinio del Vescovo Luigi Padovese ad Alessandretta

Dalla Provincia di Hatay sta in queste ore giungendo in Sicilia come nel resto della Repubblica Italiana la triste notizia dell’assassinio del Vescovo di Hatay, Monsignor Luigi Padovese, che era tra l’altro anche il Vicario Apostolico per l’Anatolia, oltre che a capo della Conferenza Episcopale Turca.

Monsignor Padovese, francescano cappuccino, secondo le prime notizie sarebbe morto in seguito ad un accoltellamento avvenuto mentre sedeva nel giardino della sua casa in località Karaağaç (“Olmo”, letteralmente “Albero Nero”), nei pressi di Iskenderun (“Alessandretta”), da parte si sospetta del suo autista, il Sig. Murat Altun, di etnia Curda, proveniente dal villaggio Tavuklu (“Gallinara”) nel Comune di Ömerli (“Omerico”) in Provincia di Mardin, il quale sembra soffrisse di turbe psicologiche e che fosse recentemente finito in depressione, ed a quanto pare sembra che lo stesso Mons. Padovese stesse pagando le cure mediche del caso.

Sembra che il Sig. Altun fosse stato anche ricoverato recentemente in ospedale, il 28 Maggio, e che sia il padre del principale sospetto, il Sig. Ferhan Altun, che un fratello ed un cognato abbiano lavorato o lavorino per la Chiesa Cattolica. Dalle prime notizie sembra anche che il Sig. Murat Altun possa essere anch’egli un fedele cattolico.

La dinamica del delitto sembrerebbe piuttosto cruenta, l‘assassino avrebbe infatti tagliato la gola del Monsignore, come ad un agnello sacrificale. Sempre secondo le prime frammentarie notizie, sembra che la polizia abbia catturato il principale sospettato con l’arma del delitto ancora addosso.

Sia fonti Vaticane che della chiesa locale si sono precipitate a sottolineare che al momento sono da escludere motivazioni politiche o collegate alle recenti tensioni che hanno coinvolto la Turchia con Israele.

Le prime notizie dalle fonti giornalistiche turche farebbero però ritenere che la polizia turca avrebbe inizialmente sospettato una possibile motivazione politica, ma dopo aver iniziato ad interrogare il Sig. Altun, sembra che questa pista si sia per il momento raffreddata. Le indagini sono immediatamente state avocate dai più alti livelli dell’autorità di polizia locale, sono condotte infatti, oltre che dal Prefetto di Hatay, anche dal Capo della Polizia di Hatay Ragıp Kılıç.

Il Prefetto di Hatay, il Sig. Mehmet Celalettin Lekesiz, ha rapidamente contattato l’Ambasciatore Italiana, il Sig. Carlo Marsili, comunicandogli altresì la cattura del principale sospettato ed informandolo sull’interrogatorio attualmente in corso da parte della polizia turca.

Monsignor Padovese era giusto in procinto di recarsi a Cipro, dove avrebbe dovuto incontrare Papa Benedetto XVI, nel corso di una imminente visita papale che avrebbe dovuto iniziare proprio domani Venerdì 4 Giugno.

Monsignor Padovese, Milanese, nato nel 1947, titolare della cattedra di Patristica alla Pontificia Università Antonianum, l’università dei Frati minori a Roma, era un dichiarato sostenitore dell’ingresso della Turchia nell’Unione Europea, ed aveva infatti guidato l’ingresso della Conferenza Episcopale Turca nel Consiglio delle conferenza episcopali europee, la sua prematura dipartita lascia invece incompiuto l’obiettivo di ottenere una personalità giuridica per la Chiesa Cattolica Apostolica Romana in Turchia.

La notizia è stata prontamente rilanciata da tutti i principale media turchi, dove in molti casi ha rimpiazzato almeno temporaneamente come prima notizia l’arrivo all’aeroporto di Istanbul dell’equipaggio della Mavi Marmara.

Questa settimana siamo per motivi familiari ad Antiochia, dove risiedono i miei suoceri e proprio jeri mattina con mia moglie siamo andati in Prefettura per farci firmare dei documenti dal locale Prefetto, il Sig. Mehmet Celalettin Lekesiz, il quale in uno Stato organizzato in maniera centralista come la Turchia riveste anche la carica di governatore della Provincia, che caso piuttosto raro in Turchia, non prende il nome dal capoluogo, Antiochia appunto, ma mantiene l’ancestrale toponimo di Hatay perché quello era il nome utilizzato dall’omonima repubblica indipendente che nel 1939 decise con un referendum di essere incorporata nella Repubblica Turca.

Wednesday 2 June 2010

L'etimologia della Rosa

Chissà quante generazioni di studenti hanno iniziato ad imparare il Latino declinando "Rosa".

Chissà quanti tra questi crederebbero a chi gli dicesse che una parola foneticamente tanto differente come il Turco "Gül", che significa "rosa" in Turco, e che è a sua volta un prestito linguistico dall'Iraniano, che nella versione moderna usa infatti "Gul", abbia in realtà la stessa etimologia di "Rosa".

Entrambi i termini derivano infatti da un comune antenato indoeuropeo, attestato come "Warda" nell'Avestico, passato all'Arabo "Wardah" e all'Ebreo "Vered" tramite l'Aramaico, anch'esso "Warda" appunto, entrato nel mondo Mediterraneo attraverso l'Hellenico pre-classico "Vrodon" o "Frodon" e/o l'antico Persiano "Vrad", da cui l'Armeno "Vard", l'Hellenico classico "Rhodon" (ma anche Homerico, vedi il ῥοδοδάκτυλος Ἠῶς citato da Malick in The Thin Red Line), il Latino classico "Rosa", il Basco "Arrosa" e lo Sloveno moderno "Vrtnica", quest'ultimo incredibilmente somigliante alle forme più antiche tra quelle attestate.

La metamorfosi dall'Avestico Warda all'Iraniano Moderno Gul dovrebbe essere passata dagli intermedi Vrad, Vile e Vil, e tra l'altro il Turco Gül potrebbe anche essere una forma intermedia tra Vil e Gul (la ü è una anteriore chiusa arrotondata, lungo la strada tra i ed u cioé). Da notare come anche l'Hindi, il Telegu ed il Marathi usino un lemma molto simile, "Gulab".

Ironicamente, dato che la forma dell'Hellenico classico è alla base della parola usata in praticamente tutte le lingue dell'Europa Occidentale, nell'Hellenico moderno si usa perlopiù "τριαντάφυλλο" ("trenta petali") dalla generalizzazione del nome di una particolare rosa particolarmente cara ai popoli Balcanici, tant'è che questo uso si è diffuso anche nell'Albanese o nel Rumeno (ma se andate in Hellade ed usate "Rhodo", vi capiranno!).

Se avessi dovuto personalmente scommettere sull'origine primaria della radice Indoeuropea (cioé su chi abbia per primo usato quella radice per indicare una rosa), avrei scommesso su una lingua Anatolica indoeuropea (i.e. Luvio o Nesiano), ma purtroppo non credo ci sia nulla di attestato e provabile al riguardo, a meno di puntare il compasso arbitrariamente su un buon candidato, come possono essere sia l'Armeno, che l'Hellenico pre-Classico che il Paleopersiano.

Per quanto riguarda il Siciliano, infine, seguendo le regole della vocalizzazione Siciliana, viene ovviamente "Rosa", non "Rusa", per cui tutti quegli studenti Siciliani che sfiniti dalle declinazioni latine finivano per confondere "a rosa" con "a rusa" ovviamente si sbagliavano!