Le radici della civilità occidentale affondano profondamente e fermamente nell’humus delle civilità classiche dell’antichità mediterranea. Oltre che Roma ed Atene, una menzione particolare la merita Sparta.
Ci sono svariati aspetti della civiltà lacedemone meritevoli di attenzione, in alcuni casi di vera e propria ammirazione, in specialmente considerando il contesto storico ed il comportamento dei loro contemporanei, per non dire di quello di alcuni nostri contemporanei.
Tra i caratteri fondamentali della civiltà Lacedemone vi erano infatti l’assoluto dominio della legge, che è forse la loro eredità più importante e storicamente influente, l’altissima considerazione per le donne e per il loro ruolo nella società e soprattutto, a meno di non avere la ventura di essere uno dei primogeniti maschi dei due re, che ne erano gli unici esenti, l’educazione obbligatoria universale per entrambi i sessi.
Gli Ateniesi distinguevano bene o male le donne nelle due rozze categorie di puttane o riproduttrici, le prime destinate ad essere frequentate, quindi usate, soltanto fuori da casa, le seconde condannate a non uscire quasi mai dal luogo destinato al loro uso, la casa, e nel caso dovessero temporaneamente uscirne, soltanto se coperte come le Afghane sotto i Taliban, se non peggio, e soltanto se scortate da parenti stretti.
In netto contrasto, il fenomeno della prostituzione, comunissimo ad Atene, era praticamente sconosciuto in Lacedemonia.
Vi sono comunque tanti altri indizi che ci raccontano dell’inusuale considerazione delle donne nella civiltà lacedemone. Quale altra civiltà pre-moderna limitava l’età del matrimonio a “quell’età in cui le ragazze possano finalmente gioire dei piaceri del sesso“?
Oltre per la considerazione per la volontà ed i desideri delle ragazze, potremmo anche citare il fatto che fino al matrimonio, e spesso anche dopo, i ragazzi e le ragazze passavano buona parte della giornata a studiare insieme, o ad ad esercitarsi nudi o seminudi, il fatto che i matrimoni erano comunemente decisi ed organizzati dai diretti interessati, il fatto che l’adulterio non era usualmente punito, e che comunque quando uno Spartiata non si sentiva più in grado di soddisfare la moglie sessualmente, non aveva remore a chiedere il favore ad un amico a lei gradito, soprattutto se c’era bisogno di un erede per la famiglia, o il fatto che, probabilmente unici tra gli antichi e comunque tra i pochi anche tra i nostri contemporanei, gli Spartiati non auguravano “figli maschi”, ma “figli” (in genere neutrale nell’originale Dorico).
L’enorme libertà e considerazione delle donne spartane rimase un unicum per secoli, i Romani in epoca imperiale andavano in vacanza in Laconia per vedere con i propri occhi i costumi esotici di questo strano popolo, e ne erano probabilmente scioccati, se non disgustati, così come a suo tempo ne erano stati scioccati anche gli Ateniesi, soprattutto dall’idea di mandare a scuola le figlie.
Bisogna però puntualizzare che se da una parte è vero che tante caratteristiche della loro civiltà erano straordinariamente e sorprendentemente avanzate, ce ne sono tante altre però ci farebbero rabbrividire se non proprio inorridire.
Per usare un eufemismo, tra le caratteristiche meno meritevoli di ammirazione vi era certamente il brutale e fondamentalmente inumano trattamento riservato agli Heloti, l’incapacità di trovare una soluzione per contrastare il costante calo demografico degli Spartiati che alla fine determinerà il declino definitivo della potenza militare lacedemone, l’incapacità di riuscire a convivere in pace con i propri vicini, l’infanticidio di Stato, l’eugenia di Stato, possibilmente anche, ma magari non probabilmente, la pederastia di Stato.
Su quest’ultimo punto, ovviamente particolarmente controverso, in realtà noi non sappiamo con assoluta certezza se a Sparta venisse veramente implementata una vera e propria pederastia di Stato.
Mentre è una eventualità possibile, e se si interpreta in una certa maniera, cioé come una sorta di lezione per insegnare in maniera brutale ai ragazzi ed alle ragazze che il loro corpo non gli appartiene, ma appartiene allo Stato, potrebbe anche essere in carattere con tante altre cose che sappiamo sui Lacedemoni, non è molto probabile perché, come visto appena precedentemente, tante altre cose che sappiamo su di loro ci indicano l’esatto contrario: ad Atene, ad esempio, mentre siamo certi che la pederastia non fosse un affare di Stato, siamo invece assolutamente certi che fosse molto diffusa.
Era un tipo di relazione, per la nostra sensibilità contemporanea chiaramente sbilanciata, tra individui consenzienti, per quanto ne sappiamo fondamentalmente omosessuale (anche perché probabilmente le relazioni con prostitute bambine agli Ateniesi potrebbero purtroppo non essere sembrate particolarmente degne di nota o di importanza), dove gli adolescenti coinvolti cercavano compensi materiali, sia immediati che futuri.
A Sparta, come la prostituzione, anche l’omosessualità era, se non sconosciuta, probabilmente malvista, tant’è che anche l’archeologia conferma che mentre si possono trovare un po’ ovunque grandi quantità di ceramiche dipinte con scene omosessuali, in Lacedemonia sono rarissime, se non proprio assenti. Ci sono insomma tanti indizi che ci fanno quindi pensare che la pederastia di Stato degli Spartiati fosse probabilmente una delle tante calunnie messe in giro dai tanti loro nemici, tra i quali appunto gli Ateniesi.
I Lacedemoni erano infine molto conservatori, e certamente molto rispettosi delle tradizioni. Ad esempio gli ultimi che ad abbandonare la religione dei nostri progenitori furono proprio loro. Gli Spartani resistettero al proselitismo cristiano ed islamico praticamente fino al X secolo inoltrato!
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