Thursday, 28 January 2010

Ma che fine hanno fatto i Turchi del Palermo?

Tra il 1950 ed il 1962 tra i tanti stranieri che vestirono il rosanero del Palermo, vennero acquistati ben tre giocatori Turchi.

Il primo, raccomandato addirittura da quello che viene spesso considerato, probabilmente a ragione, il più grande giocatore che abbia mai vestito le maglie della nazionale Italiana, Giuseppe Meazza, che lo aveva conosciuto nell'immediato dopoguerra per via del suo ruolo di allenatore del Beşiktaş, fu Şükrü Gülesin (sciucriù ghiulesìn), Istanbulita purosangue, leggendario centravanti di sfondamento del Palermo nel 1950/51 (13 goal) e nel 1952/53 (7 goal).

Şükrü bey, che prima di approdare in Sicilia aveva guidato il Beşiktaş alla conquista di ben 6 titoli in 7 anni (e l'unico anno mancante, lui giocava altrove), e che giocò anche una stagione nella Lazio, con la quale mise a segno 16 goal nel 1951/52, nel 1953 ormai trentenne se ne tornò in Turchia, nella sua amata Istanbul, dove finì la carriera militando ironicamente nelle fila del Galatasaray (tra l'altro riuscendo a vincere il campionato nel suo ultimo anno da professionista), e dove purtroppo morì di infarto appena cinquantacinquenne nel 1977, non prima però di essere finito nel Guinness dei primati per aver segnato ben 32 volte in carriera direttamente da calcio d'angolo!

Vera e propria stella del calcio Turco negli anni '40, Şükrü giocò, e segnò, anche alle Olimpiadi di Londra del 1948, dove la sua nazionale arrivò quinta, e guidò la Turchia alla conquista della qualificazione ai mondiali del 1950, conquistata distruggendo ad Ankara la Siria, che all'epoca era inserita nei gironi di qualificazioni Europei, in un incontro arbitrato dall'Italiano Antonio Gamba e finito 7 a 0. Ironia della sorte, la Federazione Turca fu costretta a rinunciare alla partecipazione al mondiale in Brasile, così come rinunciò la Scozia, e come addirittura rinunciarono le altre due nazionali Europee chiamate a sostituirle, la Francia ed il Portogallo, cosi come rinunciò anche l'India, celebremente perché la FIFA si rifiutò di permettere ai giocatori Indiani di giocare a piedi nudi, cosicché la Coppa Rimet fu contesa soltanto da 13 squadre, ed il nostro Şükrü perse l'occasione di giocare ai mondiali. Quattro anni più tardi la Turchia, magistralmente guidata dal Piacentino Sandro Puppo, che in carriera si tolse lo sfizio di guidare squadre come la Juventus ed il Barcellona, si qualificò nuovamente, questa volta ai danni della ben più quotata Spagna, eliminata a Roma dopo uno dei più drammatici spareggi della storia del calcio europeo, arbitrato ancora una volta da un Italiano, Giovanni Bernardi, ma il treno per Şükrü, oramai sulla via del tramonto, era ormai passato.

Ai mondiali Svizzeri del 1954 partecipò invece il secondo dei Turchi del Palermo, Bülent Eken (biulènt ekèn), altro Istanbulita, difensore approdato alla Salernitana dal Galatasaray nel 1950/51, che stranamente vestì le maglie rosanero per 17 volte proprio in quella stagione, il 1951/52, in cui Şükrü Gülesin vestì le maglie biancazzurre della Lazio. Tornato in Turchia al Galatasaray, vinse insieme a Şükrü il campionato del 1954/55, dopodichè a fine carriera divenne allenatore, arrivando ad allenare per oltre un anno la nazionale Turca negli anni '60, poco prima del ritorno di Sandro Puppo.

Il buon Bülent bey, che inşallah (insciallà) dovrebbe essere ancora vivo e vegeto, era un coetaneo di Şükrü, con il quale aveva condiviso l'avventura Londinese, ma pare che per renderlo più appetibile agli occhi dei possibili acquirenti Italiani, gli avessero tolto un lustro dai documenti anagrafici, ma all'epoca, si sa, era costume diffuso.

Il terzo giocatore Turco ad indossare la maglia rosanero, Metin Oktay (metìn oktài), è un po un enigma, e probabilmente la ragione per la quale il Palermo smise di cercare giocatori sul Bosforo. Mentre Şükrü Gülesin fu una delle grandi stelle del Beşiktaş, lo Smirniota Metin bey è stato uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi del Galatasaray. Profilico attaccante, segnò in carriera qualcosa come 635 goal, di cui ben 354 in campionati di prima divisione e 19 in nazionale, in sole 36 apparenze, una media goal ottima a livello internazionale. Capocannoniere nei campionati Turchi per ben 10 stagioni, riuscì a diventare re del goal per ben 7 volte nell'arco di 8 stagioni. Indovinate dove giocava nell'unica stagione mancante, nell'unico grande fallimento della sua gloriosa carriera? Nel Palermo. Nel 1961/62 Metin realizzò infatti appena 3 goal durante le sue 12 presenze in maglia rosanero.

In realtà che qualcosa potesse non andare bene si sarebbe potuto immaginare, d'altronde Metin era balzato agli onori della cronaca per il divorzio concesso alla moglie Oya Sarı (òya sàre) per aver rotto la promessa di tornare a giocare nella squadra della comune città natale, l'İzmirspor, preferendo un ricco contratto ad Istanbul sia all'amore muliebre che a quello della squadra di calcio per la quale tifava da bambino. Probabilmente più che il denaro, dato che probabilmente a Palermo avrebbe guadagnato ancora di più, Metin si era innamorato sia Istanbul che soprattuto del Galatasaray, che in Turchia chiamano tutti Cimbom (gimbòm). I colori giallorossi gli erano entrati nel sangue, e con la tifoseria della squadra giallorossa Metin creò un legame unico, rinsaldato da una di quelle capacità che trasformano in idoli agli occhi delle tifoserie di tutto il mondo, la sua incredibile abilità di segnare durante i derby. Metin segnò infatti ben 13 goal ai cugini del Beşiktaş, e divenne l'autentica bestia nera dei rivali d'oltrebosforo, i gialloblù del Fenerbahçe, ai quali segnò in carriera ben 19 goal, guadagnandosi il soprannome di taçsız Kral (tacjsìz cràl), vero e proprio Re senza corona della sterminata tifoseria Cimbom.

Metin morì in un tragico incidente automobilistico nella sua patria adottiva Istanbul nel 1991, riposa proprio di fronte alle maestosa mura Costantinopolite, ed ogni anno nell'anniversario della sua morte i giocatori ed i tifosi del Galatasaray si recano in pellegrinaggio alla sua tomba. Il club gli ha dedicato il proprio centro sportivo d'allenamento a Florya, un bellissimo quartiere sul mare a due passi dall'aeroporto internazionale Kemal Atatürk, mentre i tifosi gli hanno dedicato un grazioso e commovente sito, in rosanero!

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