Fino a non molto tempo fa si continuava ancora a parlare di costruire nuovi gasdotti tra la Turchia e la Russia, ma questi progetti sono stati bloccati. In realtà ha comunque senso bloccare la costruzione di gasdotti, se al momento, ma anche in futuro, non servono alle varie controparti che dovrebbero sostenerne la costruzione.
Nella fattispecie, oggi infatti il problema della Turchia non è certo quello che gli manchino forniture di gas, o capacità di ottenerne più di quanto gliene arrivino, ma è quello di essere iperdipendente da un singolo fornitore, la Russia appunto.
Ulteriori gasdotti dalla Russia non farebbero altro che esacerbare questo problema.
La Turchia deve invece diversificare le fonti di approvvigionamento, e fortuna vuole che se ne trovi due ai confini, Azerbaijan e Iran, e quattro altri relativamente vicini (nel caso del Turkmenistan, anche culturalmente).
Nella fattispecie, la Russia è il primo paese per riserve di gas naturale, ma l'Iran è il secondo, il Qatar il terzo, il Turkmenistan il quarto, l'Arabia il quinto, l'Iraq è l'undicesimo (e sappiamo tutti che in Iraq ce n'è di più di quanto oggi sia provato) e l'Azerbaijan il quindicesimo (ed anche qui, c'è molto da esplorare ancora!).
Per mettere la cosa in prospettiva, in Azerbaijan ci sono riserve di gas naturale provate oltre 36 volte quelle italiane.
Quindi la Turchia, che è uno dei paesi al mondo con meno riserve proprie di gas, è circondato da una marea di potenziali fornitori.
Quello che il governo Turco deve fare, per non farsi potenzialmente strangolare dai Russi (e ripeto, potenzialmente, perché non è che fino ad oggi i Russi si siano comportati tutto fuorché che amichevolmente con i Turchi!), e far pagare i propri elettori il gas a peso d'oro (gas che in buona parte, per via della natura dei contratti, al giorno d'oggi materialmente non consuma nemmeno!), è diversificare le forniture.
Oggi quelle Russe pesano troppo, e di conseguenza costano troppo (anche contrattualmente), quindi bisogna sviluppare capacità sia con l'Iran, con il quale si dovrebbe mirare a raggiungere la parità con la capacità Russa, sia con il Turkmenistan e l'Azerbaijan, attraverso l'ormai celebre Nabucco.
La Russia in tutto questo non è detto che ci perda, anzi, quello che non vendono oggi lo potranno probabilmente vendere domani ad un prezzo anche maggiore, il problema potrebbe diventare quello è che con i Russi non basta parlare, bisogna saperci parlare, ma a farlo fino ad oggi il governo turco non è sembrato particolarmente incapace. Almeno fino ad oggi!
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