Pare che BOTAŞ abbia 8 contratti in essere, 7 operativi, dei quali 2 per LPG (quindi via nave) con Algeria e Nigeria (che in totale coprono circa l'11% della capacità disponibile), e 6 per gasdotti, 3 dei quali con la Russia, uno con l'Iran e l'altro con l'Azerbaijan. Poi c'è l'ottavo contratto, trentennale, con il Turkmenistan, che però non è operativo perché al momento non ci sono gasdotti tra Turkmenistan e Turchia, o meglio, ci sono, ma passano dalla Russia, che chiaramente non ha al momento particolare interesse a trasportare gas turkmeno in Turchia.
Dei 3 contratti con la Russia, 2 insistevano sul gasdotto Occidentale, che è la diramazione balcanica del gasdotto Soyuz, ed è il gasdotto che approvvigiona primariamente Istanbul, ed 1 sul Blue Stream, che approvvigiona primariamente Ankara.
Uno dei 2 contratti, quello da 6 miliardi di metri cubi annui, sul gasdotto Occidentale scadeva nel 2012, ed è questo che non verrà rinnovato (quindi materialmente non è un annullamento!).
Il gasdotto Occidentale rimarrà comunque attivo per via dell'altro contratto, quello da 8 miliardi di metri cubi annui, che scadrà nel 2022, quindi tra Avcilar e Florya, costeggiando la lingua di terra tra il lago Küçükçekmece ed il Mar di Marmara, sentiremo ancora puzza di gas, almeno per qualche anno.
Il contratto rimanente, da ben 16 miliardi di metri cubi annui, è per il gas naturale che viaggia sul Blue Stream (la cui parte sottomarina fu costruita da Saipem, ricordo di aver visto passare dal Bosforo la grù galleggiante Saipem 7000), il quale scadrà a sua volta nel 2023.
Oltre a questi, il governo turco è un gran proponente del gasdotto Nabucco, che invece la Russia pare non volere assolutamente, perché non passa dalla Russia, e servirebbe quindi a trasportare primariamente il gas azero e soprattutto in prospettiva quello turkmeno, non certo il gas russo, in Turchia e nel resto d'Europa.
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