Sunday 9 October 2011

Correlazione tra rigidità della disciplina dei licenziamenti e precariato



A quanto pare ci sarebbe una querelle interna al PD, il cui responsabile del settore Economia e Lavoro (quindi un possibile candidato ad un ministero economico pesante se il PD dovesse tornare al goveno), tale Sig. Stefano Fassina, sarebbe tra quelli che non credono, basandosi su presunti dati ISTAT, alla correlazione tra rigidità della disciplina dei licenziamenti e precariato (e da quanto vedo mi pare siano in tanti a sostenere posizioni simili), ed il Sig. Pietro Ichino, il noto giuslavorista membro della direzione nazionale del PD.

Il Sig. Ichino pare abbia parzialmente risolto quantitativamente una parte della questione, e comunque gettato un po' di luce sul resto.

Citando in breve la parte maggiormente gravida di informazioni sul punto in oggetto:
"In via di primissima e del tutto provvisoria approssimazione, nell’ipotesi in cui tutte le società di capitali avessero più di 15 dipendenti e tutte le altre imprese ne avessero di meno, si potrebbe formulare questa affermazione: nelle imprese di piccole dimensioni dove non si applica l’articolo 18 dello Statuto lavora più di un terzo dei lavoratori subordinati italiani (esclusi i dipendenti pubblici) e meno di un quinto dei collaboratori autonomi in posizione di monocommittenza; nelle imprese di dimensioni maggiori lavorano meno di due terzi dei lavoratori subordinati italiani e più di quattro quinti dei collaboratori autonomi in posizione di monocommittenza. Il che non basta per considerare dimostrato che l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori è una causa del maggior ricorso a forme di lavoro dipendente atipiche, ma ne costituisce certamente un pesante indizio."
Interessante scoprire come l’Istat collochi tra le “piccole imprese” anche tutte le “partite Iva”, anche le monocliente, ma soprattutto, che persone come il Sig. Fassina, che un giorno potremmo ritrovarci come Ministro dell'Economia o Ministro del Lavoro, prendano (o comunque suggeriscano) decisioni sulla linea politica senza avere a disposizione dati certi, quindi probabilmente su basi ideologiche!

Ad ogni modo è uno scandalo che ancora nel 2011 nella Repubblica Italiana non si possa avere un quadro chiarissimo e quantitativamente certo su un punto così importante.

1 comment:

Marco said...

Mi sembra un po' come chiedersi se c'è una correlazione tra l'esistenza di una legge e il fatto che c'è chi la viola o la aggira: è chiaro che se la legge non ci fosse non ci sarebbe bisogno di violarla ed aggirarla, ma è demenziale pensare che abolendola si risolva il problema.