Agli onorevoli Diego Sozzani e Paolo Zangrillo,
Salve Diego,
ho letto per caso una tua dichiarazione sulle addizionali di imbarco, in cui annunciavi che assieme al tuo collega Paolo Zangrillo (salve Paolo!) avresti chiesto con urgenza l’audizione del Comitato amministratore del Fondo di Solidarietà per il Trasporto Aereo (FTSA) in Commissione Lavoro.
La dichiarazione é piuttosto breve, per cui non so quanto Paolo e tu siate familiari con il problema delle addizionali di imbarco. Dato che nella dichiarazione hai citato i sindacati confederali del trasporto aereo, mi aspetto che voi abbiate sentito soltanto una parte della storia, e se mi concedete pochi minuti del vostro tempo, vorrei darvi una informazione più completa sulla questione in questa lettera aperta.
Chi viene penalizzato dalle addizionali di imbarco
Le addizionali di imbarco sono una sciagura per quattro dei principali stakeholder del trasporto aereo civile italiano:
- compagnie aeree, soprattutto quelle italiane,
- lavoratori del settore,
- piccoli e medi aeroporti,
- e passeggeri.
Cattiva divisione della torta dei ricavi
In generale, la torta dei ricavi del trasporto aereo italiano é divisa male. Una delle tante prove é che ad esempio la Spagna, con 20 milioni di abitanti in meno, ed un PIL pro capite storicamente inferiore, fa 40 milioni di pax in più ogni anno. Il pilastro centrale della strategia spagnola é sempre stato quello di incentivare l'apertura di quante più rotte sia possibile, e l'azione principale per implementare questo obiettivo é sempre stato quello di massimizzare la fetta di torta che finisce alle compagnie aeree.
Alle compagnie aeree che operano in Italia, soprattutto in bassa stagione, rimangono le briciole delle briciole. La gran parte delle compagnie aeree estere reagisce minimizzando il numero di rotte aperte dagli aeroporti italiani. Alcune compagnie aeree estere (celebre il caso di Ryanair) reagiscono chiedendo ai gestori degli aeroporti (o agli enti pubblici che li sostengono) di neutralizzare alcuni dei danni di stato che mandano fuori mercato gli aeroporti italiani, in primis le addizionali di imbarco.
Le compagnie italiane o si sviluppano all'estero (come sta cercando di fare Blue Panorama, che dopo avere aperto base a Tirana, starebbe valutando di aprire basi in Polonia e Malta) oppure perdono soldi e falliscono, o devono essere salvate a ripetizione dal contribuente.
Impatto sui conti Alitalia
Una controprova: senza addizionali di imbarco, Alitalia sarebbe andata in pareggio o comunque vicina al pareggio in gran parte degli ultimi 15 anni. Provate a chiedere all'ENAC e all'INPS, il calcolo é semplice, quanto riversa Alitalia ogni anno di addizionali? Come sarebbe cambiato il bilancio di Alitalia se quei soldi fossero finiti tra i ricavi della compagnia?
Le addizionali di imbarco non sono l'unica stortura che penalizza Alitalia. L'altra stortura, macroscopica, é il double till negli aeroporti di Roma e Milano. Senza addizionali, IRESA e con il single till a Fiumicino e Linate, Alitalia sarebbe una vera miniera d'oro da molti anni.
L'IRESA in Piemonte
En passant, visto che siete entrambi eletti in Piemonte, introdurre l'IRESA in Piemonte senza che la Lombardia (e la Liguria) faccia(no) lo stesso é stato un suicidio, come dimostra l'andamento del traffico a Torino Caselle nell'ultimo anno. Per una compagnia aerea spesso non c'è differenza nell'aprire un volo da Malpensa o Caselle. Se a Caselle si aumentano i costi aeroportuali introducendo una nuova imposta, é ovvio che le compagnie aeree reagiranno spostando i voli su Malpensa (gli amministratori di SAGAT avevano avvisato per tempo, inascoltati, di quello che sarebbe stato il risultato di questa misura).
Impatto sui medi aeroporti
L'addizionale di imbarco é una sciagura per i medi aeroporti. In Italia ci sono svariati casi (Bergamo, Pisa, Bari, Napoli, Palermo, ..) dove i medi aeroporti sono costretti a spendere gran parte del proprio potenziale profitto per neutralizzare le addizionali di imbarco. In generale i gestori cercano per ovvie ragioni di non evidenziare la cosa nei loro bilanci, ma ad esempio il gestore di Palermo, Gesap, nel 2017 ha fatto meno di 900 mila Euro di utili, ma ha dovuto spendere 15 milioni di Euro in spese di promozione e incentivi (cioè sconti alle compagnie aeree per convincerle ad aprire rotte). Considerando che il reddito ante imposte é stato di 1,4 milioni di Euro, sostanzialmente il gestore vede ridursi del 91% il proprio reddito ante imposte per cercare di neutralizzare il danno provocato dalle addizionali di imbarco. Questo esempio é purtroppo generalizzabile. A Torino, il combinato disposto di addizionali di imbarco e IRESA stanno sostanzialmente impedendo lo sviluppo dell'aeroporto e compromettendo il futuro dello scalo.
Impatto sui piccoli aeroporti
Se l'addizionale d'imbarco é una sciagura per i medi aeroporti, per i piccoli aeroporti diventa una catastrofe. Sostanzialmente il risultato primario di misure come le addizionali di imbarco o l'IRESA é di mandare completamente fuori mercato i piccoli aeroporti italiani. Da Cuneo a Crotone, da Trapani a Trieste, le prospettive attuali dei piccoli aeroporti sono tragiche in ogni angolo dello stivale. Diminuendo i potenziali profitti delle compagnie aeree, queste sposteranno altrove i propri aerei. Uno dei recenti governi nazionali, quello di Renzi, se ne accorse rapidamente quando avendo aumentato le addizionali da €6,50 a €9,00 Euro a passeggero, dovette rapidamente tornare indietro dopo 8 mesi, perché per i piccoli aeroporti quel livello era assolutamente insopportabile. Non che mantenendo quota €6,50 i piccoli aeroporti non chiuderanno, chiuderanno tutti, dal primo all'ultimo, ma a quota €9,00 avrebbero chiuso i battenti prima delle elezioni del 2018 (il che spiega perché Del Rio si oppose, razionalmente, ai successivi emendamenti alle finanziarie del 2016 e 2017 con cui qualcuno cercò di reintrodurre quel pernicioso aumento).
L'impatto sui lavoratori del settore
Senza addizionali di imbarco, si aprirebbero nuove opportunità di crescita per le compagnie aeree, soprattutto quelle italiane, e quindi verrebbe a mancare la necessità di alimentare il FSTA. Maggiori opportunità, un numero maggiore di basi, un numero maggiore di rotte, un aumento di frequenze, si trasformerebbero in un maggior numero di posti di lavoro. Non solo nelle compagnie aeree, ma anche negli aeroporti italiani.
L'impatto sui passeggeri
Le addizionali di imbarco vengono pagate dai passeggeri, ma i passeggeri pagano alle compagnie il massimo che sono disposti a spendere, le compagnie fanno di tutto per assicurarsi della cosa, per cui ci si può aspettare che se venissero abolite le addizionali, l'intero gettito finirebbe alle compagnie aeree. I passeggeri però ne avrebbero un vantaggio enorme: questo perché, come il caso spagnolo, ma anche quello turco, insegna, incrementare la fetta di torta delle compagnie aeree, aumenta l'offerta da parte delle compagnie aeree, che sono incentivate ad incrementare rotte e frequenze, e quindi aumenta anche gli investimenti e la concorrenza, e sul medio periodo comprime i prezzi dei biglietti.
Soluzioni
La migliore soluzione é togliere le addizionali di imbarco. Immediatamente. Togliere l'IRESA, togliere l'IVA sui voli nazionali, e passare tutti gli aeroporti in single till, sono altre misure che andrebbero implementate per rendere più competitivo il settore (e permettere a Alitalia, compagnia aeree italiane, e gestori di medi e piccoli aeroporti di sopravvivere e avere un futuro).
Se non ci sono le risorse, si potrebbe iniziare con una rimodulazione. Togliere le addizionali agli aeroporti che hanno meno di 1,5 milioni di pax annui costa 23 milioni di Euro. Comprimerle ai medi aeroporti potrebbe costare una cinquantina di milioni di Euro.
Ed ovviamente concordo pienamente con l'affermazione che utilizzare il gettito delle addizionali per il reddito di cittadinanza sia assolutamente irrazionale, e non passerebbe mai al vaglio di una serie analisi costi-benefici.
Spero di avervi fornito maggiori e più chiare informazioni sul problema delle addizionali di imbarco, resto a disposizione per ulteriori chiarimenti qualora fossero necessari,
Cordiali saluti,
Alessandro Riolo
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