Thursday, 22 June 2017

Quale futuro per le nostre comunità?

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Nella recente campagna elettorale per il rinnovo delle amministrazioni comunali di Erice e Trapani, una delle più belle e positive sorprese é stata la decisione del M5S locale di presentare un unico programma per i due comuni. Sono ormai un paio di decenni che la proposta di fusione tra i due comuni é rimasta circoscritta ad una sola parte politica, anzi, probabilmente ad un singolo rappresentante delle nostre comunità, il Senatore D'Alì, il che purtroppo ha trasformato quella che dovrebbe essere una richiesta di cambiamento e miglioramento che sarebbe potuta appartenere a tutti i cittadini in un campo di battaglia tra gli alleati e gli avversari di una singola figura politica. Visto che il Senatore D'Alì sarà probabilmente visto dal M5S come il principale avversario politico locale, il M5S é stato molto bravo e coraggioso a fare il primo passo per cercare di superare questa polarizzazione su un obiettivo strategico fondamentale per la nostra comunità. Spero che continuino su questa strada, e che anche tutte le altre forze politiche prendano esempio e trovino il coraggio di imitarli, e che presto la fusione dei quattro municipi in cui é suddivisa la città di Trapani diventi un obiettivo condiviso da parte di tutti.

Questo premesso, bisogna riconoscere che, pur se la fusione dei quattro municipi sarebbe stata una grande conquista se si fosse potuta raggiungere qualche decennio fa, ormai arriverebbe con troppo ritardo rispetto al momento storico in cui avrebbe potuto avere l'impatto maggiore sul percorso di sviluppo sociale ed economico della nostra comunità. Meglio tardi che mai, certo, ma forse oggi ci potrebbe essere un'altra strada alternativa, la creazione di una unica città metropolitana coinvolgendo non solo Marsala, ma anche Alcamo, Mazara, il Belìce, volendo tutti i comuni del libero consorzio.

Se é vero che un agglomerato urbano di 120 mila abitanti avrebbe "maggiore autorevolezza e peso politico", e questo é vero soprattutto in un sistema centralistico come quello italiano, e se é vero che questa fusione avrebbe il potenziale di garantire migliori servizi alla comunità a costi più bassi, l'impatto della creazione di una unica città metropolitana di quasi 450 mila abitanti con un unico piano regolatore, un unico sistema di trasporti urbano, una unica gestione dei rifiuti e dell’acqua, sarebbe certamente maggiore, per non parlare dell'incremento esponenziale del peso politico di una tale comunità. Ma non é solo una questione di dimensioni. Infatti, una unica città metropolitana, che magari invece che "di Trapani" per evitare sterili campanilismi si potrebbe denominare "del Mediterraneo", a cui fosse demandato effettivamente il ruolo di amministrare le nostre comunità, costringerebbe le forze politiche a pensare a obiettivi e programmi coerenti per tutta la comunità nel suo insieme.

Ad esclusivo titolo di esempio, la creazione di una unica città metropolitana renderebbe molto più probabile la creazione di una università, incluso un policlinico universitario, magari con la realizzazione di un campus nelle vicinanze dell'aeroporto di Birgi, l'area al confine tra i comuni di Marsala e Trapani, al centro dei collegamenti stradali e ferroviari del territorio, area che sarebbe anche la migliore naturale candidata per il centro direzionale di tale città metropolitana. Questo libererebbe spazi sia a Trapani che a Erice, spazi che potrebbero essere utilizzati per creare infrastrutture per lo sviluppo del settore turistico e culturale.

Chi afferma che le nostre comunità hanno bisogno di essere meglio rappresentate e amministrate, ha ragione, ma bisogna aggiungere che questo non significa necessariamente che chi le ha rappresentate e amministrate fino ad oggi non sia stato capace. Per quanto magari possa sembrare inaspettato a molti, le nostre comunità sono spesso state amministrate meglio di tante altre comunità siciliane o del Meridione in genere. Spesso, seppur ben rappresentate, alle nostre comunità é mancato soprattutto il peso specifico necessario a fare sentire la nostra voce, e tante volte questa voce non era univoca, perché magari il rappresentante di Marsala non trovava particolarmente interessante unirsi alla richiesta, magari sensatissima, di quello di Trapani, oppure quest'ultimo, per motivi tattici, non supportava la proposta di quello di Mazara, e così via.

Le nostre comunità hanno un futuro, ma quanto questo futuro possa essere migliore del passato e del presente, dipenderà da quanto saremo in grado di programmare in maniera condivisa un percorso di crescita e di cambiamenti trasformativi per l'intero insieme delle nostre comunità. La fusione dei quattro municipi in cui ancora oggi é suddivisa la città di Trapani é ancora oggi una buona proposta, ma la proposta alternativa di creare una unica città metropolitana presenta diversi vantaggi, e potrebbe alla fine risultare di più semplice e rapida attuazione.

[pubblicata come lettera al direttore su TP24.it con il titolo di "Erice, Trapani e le altre città: quale futuro per le nostre comunità?"]

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