Friday, 24 April 2009

Fiat e Chrysler, nozze con la lupara puntata contro?

Se la storia della FIAT insegna qualcosa, se Marchionne prende la direzione della Chrysler, di manager, quadri ed impiegati licenziati ce ne saranno a bizzeffe.
Operai probabilmente pure, sia ben chiaro, ma così ad occhio dovrebbero soffrire più i colletti bianchi che le tute blu.
Queste ultime, dovranno fare qualche sacrificio, anche perchè fino a qualche mese fa la media per gli operai Canadesi delle tre di Detroit era di circa c$76 orari, contro per esempio per gli operai di Toyota a c$56 orari (se Vi sembra piu' facile in USD, sono $62 vs $45).
Se non erro, GM si è accordata con i sindacati canadesi (CAW) per scendere a c$71 (ma immagino si dovrà rinegoziare a breve, dopo il fallimento pilotato), mentre Chrysler vuole avvicinarsi di più a Toyota.
Questo non è vero solo in Canada, ma anche negli USA, anzi, gli operai in USA costano di più e guadagnano meno, perchè in Canada buona parte della social security degli operai che lavorano nelle fabbriche di auto è a carico della collettività (e non è un beneficio a cui accedono tutti gli altri lavoratori, anzi).
Hanno benefit come le scuole private per i figli (che in Nordamerica costano cifre incredibili) e casa di riposo pagata per quando sono anziani, tutto perlopiù a carico degli altri altri contribuenti.
Quelli del Michigan prendevano anche di più.

A raccontarlo ad un operaio Italiano, ma anche ad un impiegato o ad un professionista non affermato, che gli operai Statunitensi arrivano a guadagnare $500 al giorno, non ci crederebbero.

In Italia siamo messi male per altre questioni, ma per quanto riguarda la questione delle retribuzioni (ovviamente non solo degli operai, ma anche del management) in USA e Canada, per GM e Chrysler (probabilmente anche per Ford, anche se conosco meno la situazione) la situazione era (ed è) insostenibile (BTW, provate a leggere quello che dicono a proposito il senatore della Toyota/Alabama), Dick Shelby, oppure il senatore della Nissan/Tennessee, Bob Corker.
Anche ad alzare barriere doganali, nel loro stesso mercato di riferimento, ci sono molti altri altri produttori che pagano i proprio operai (ed impiegati) molto meno (e di solito sempre un multiplo di quanto guadagnano gli operai di altre parti del mondo, Italia compresa).

Questo differenziale retributivo non è scusabile, quella in atto era (e fino ad oggi è) una vera e propria rapina nei confronti di molti altri cointeressati (ad esempio tutta la gente del pianeta che ha investito in fondi pensione che negli anni hanno investito a loro volta nei titoli GM e Chrysler).

Il management GM/Chrysler ed i sindacati Nordamericani si sono in pratica messi d'accordo/trovati in sintonia, nel trasferire valore dalle società in questione verso le proprie tasche o quelle dei loro rappresentati (conoscendo la natura umana, non si fa fatica tra l'altro ad immaginare chi si sia arricchito di più), con il risultato che alla fine hanno in pratica distrutto il mezzo che permetteva loro di produrre ricchezza, distruggendo valore per milioni di persone.

Come molto spesso nel caso dell'Italia (ma anche del Regno Unito, a volte, come per quanto riguarda il sistema bancario), la classe politica non ha esercitato la propria funzione di controllo e guida, ma anzi, ci ha probabilmente sguazzato, e questi sono i risultati.

Riguardo al possibile matrimonio tra Fiat e Chrysler, chi ci guadagna?

Se va, molti dei cointeressati.
FIAT, come dice Marchionne, se non arriva a produrre 6 milioni di auto all'anno, è destinata o a scomparire o, se ancora profittabile, ad assere acquisita da un concorrente.
Chrysler senza FIAT, o chi per lei, sarebbe già sparita qualche mese fa.
Tutte e due assieme non arrivano ai fatidici 6 milioni, per cui hanno bisogno di comprare o fondersi con altri produttori, o di farsi a propria volta comprare, e questo nel breve periodo.

GM non sta peggio di Chrysler, e da sola ha (o almeno, ad oggi ha, senza Opel e Vauxhall non so) le dimensioni per sopravvivere. Purtroppo per lei, negli ultimi anni (decenni?) è stata (a volte molto) male amministrata (esiste una vasta letteratura in lingua inglese al riguardo), con i risultati che alla prima vera crisi economica globale post-1974 è crollata.

Ford, ripeto, non so, però non credo sia granchè meglio di GM, per cui probabilmente allo stato attuale un matrimonio tra americani non è la migliore delle strade praticabili.

A questo punto, perchè FIAT? A Chrysler non conveniva un matrimonio con i tedeschi o i giapponesi? Non hanno loro le tecnologie migliori?

In realtà FIAT ha da anni il parco auto meno inquinante (ed infatti quando Marchionne da presidente dei produttori Europei faceva lobbing contro i limiti all'inquinamento proposti dalla UE, ci si chiedeva chi glielo faceva fare, dato che FIAT era l'unico dei membri che aveva una flotta che poteva realisticamente rientrare nei limiti in tempi commercialmente umani), per non parlare poi dell'eccellenza nei motori diesel, il "common rail" usato da tutta l'industria automobilistica tedesca è una tecnologia "made in FIAT", i sistemi common rail sono costruiti, su licenza, da Bosch perchè all'epoca FIAT non aveva le risorse e le dimensioni per industrializzare il processo, ed a volte anche in quelli a benzina (il FIRE era ed e' uno dei capolavori dell'ingegneria umana).

In alcuni mercati (non in tutti) la FIAT non gode di molta stima, per tante concause, alcune di queste spesso derivanti da errori o mancanze dei governi Italiani.
Ci si ricorda tutti sempre degli interventi del governo a supporto della FIAT, ma non dei danni che il governo italiano ha negli anni provocato, ad esempio FIAT per lungo tempo fu costretta (in pratica dal governo italiano) ad usare acciaio sovietico scadente mentre molti suoi concorrenti potevano usare fornitori migliori (spesso acciaio di qualità italiano), oppure quando alla fine degli anni '60 FIAT avrebbe potuto comprare Citroen, le venne impedito dal governo francese (ed il governo italiano non mosse un dito, o comunque non sortì alcun effetto, come anni dopo per Pirelli quando fu bloccata l'acquisizione di Continental, o come per De Benedetti quella di SGB), tacendo di tanto altro.

Ad ogni modo, FIAT prende il 20%-25% dei suoi profitti (attenzione, ovviamente non sto parlando dei ricavi) da Ferrari, che gode di ottima considerazione in tutti i mercati, o giù di lì.

Io non sono proprio nazionalista, se parliamo di Repubblica Italiana. Se proprio vogliamo estendere il discorso, a parte che dello stato che ha i confini sulla mia epidermide, che è una monarchia assoluta, provo un po' di sentimenti nazionalistici verso cinque entità: in ordine strettamente decrescente, la nazione Siciliana (l'etnia siculoparlante da Lecce a Malta), la Res Publica Romana (la Costitutio Antoniana mi ha dato la cittadinanza, e me la tengo), una certa idea di Unione Europea (laddove coincida geograficamente con la precedente, più tutto ciò che gli stava a nord, e laddove non sia conduttiva ad una monocultura dirigista, ma dove la competizione culturale intracontinentale venga favorita ove razionale), la Repubblica Italiana, e tutto il genere umano (il pool genetico umano sarebbe probabilmente una migliore definizione, ma tant'è). Incidentalmente, probabilmente se mi daranno la cittadinanza Britannica (o chissà, magari in futuro quella Australiana, Cilena, Groenlandese, quien sabe), aggiungerò anche il Regno Unito, probabilmente più su del genere umano, sicuramente allo stesso livello della Repubblica Italiana, ma non so ancora se più su o meno.

Dato che non sono per nulla acritico nei confronti di tutti i precedenti, di solito su questo genere di cose (se la creazione di una multinazionale globale a partire da un campione nazionale italiano sia una cosa strategicamente sensata o meno, e per chi) sono abbastanza obiettivo, e devo dire non capisco cosa porta a dubitare che questo eventuale matrimonio non sia sensato per Fiat e Chrysler, e per la Repubblica Italiana.

La Fiat ha una storia di innovazione, ricerca e sviluppo tecnologico, tarpata per decenni dalle scelte sbagliate di tanti governi italiani che uno sinceramente si domanda come abbia fatto a sopravvivere (ed infatti tanti altri promettenti campioni non ce l'hanno fatta). Basta uscire dai confini della Repubblica di qualche chilometro per trovarne a bizzeffe, in Francia, Svizzera, Germania, Austria, di gruppi che hanno mostrato anche meno della brillantezza della FIAT, e che oggi sono se non leader mondiali nel loro settore, almeno nei fatidici top 5. Leader mondiali, intendiamoci, non di cose che i Cinesi, gli Indiani o chi per loro possono imparare a fare meglio in un paio d'anni ..

Il patrimonio tecnico è quindi piuttosto rilevante, le rispettive penetrazioni geografiche calzano a pennello, per diventare un player globale gli serve un accordo in Cina e cementare l'accordo con Tata in India, e poi sono a
posto.

Quello che dovrebbe preoccupare è che il governo Italiano non faccia la sua parte, o che si faccia calpestare da altri governi. In un settore maturo come quello automobilistico, più di 5-6 gruppi globali non ci possono essere. Già i tedeschi iniziano a farsi sentire (perchè ovviamente vorrebbero che i loro siedessero tra quei 5-6, e se FIAT prenota un posto a tavola, sono problemi), il governo italiano dovrebbe chiedere (ed ottenere) la testa di Verheugen per le sue inopinate osservazioni.

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