Olympia 2012, a set on Flickr.
Olympic pics
Sunday 5 August 2012
Olympia 2012
Labels:
London,
London 2012,
Olympics
Location:
London, UK
Tuesday 15 May 2012
Dal vaso di Pandora dell'IVIE: e se la Council Tax viene pagata da un inquilino?
Nell'ipotesi, ancora non confermata, che la Council Tax (nel seguito CT) possa essere portata a credito d'imposta per il pagamento dell'IVIE, cosa succederà se la CT viene pagata da un inquilino?
A mio avviso questa della responsabilità del pagamento della council tax apre un altro vaso di Pandora (i Britannici direbbero qui "can of worms").
La legge Britannica sul punto è chiarissima, la responsabilità cade a cascata su una serie di figure individuate da Local Government Finance Act 1992, s 6(2). Il semplice proprietario non residente è responsabile soltanto come ultima sponte ("he is the owner of the dwelling", riportato dal paragrafo (f) della sottosezione (2)), usualmente quando la proprietà è sfitta (anche soltanto per 1 giorno).
Il fatto che un proprietario decida autonomamente di pagare di sua sponte la CT, ricaricandola o meno sull'affitto dell'inquilino, non cambia il punto che secondo la legislazione Britannica, esso non sia direttamente responsabile per il pagamento della CT, in quei giorni in cui uno o più inquilini siano residenti nell'immobile. Devo aggiungere che da quella che è la mia comprensione dell'argomento, il proprietario non è responsabile in solido nemmeno se un inquilino residente manchi di pagare la CT (al massimo, dovrà dimostrare di non essere stato residente in quei giorni, e che lo sia stato l'inquilino, in genere dovrebbe bastare il contratto d'affitto).
D'altro canto, l'agenzia delle entrate Britannica, la HMRC, è chiarissima nel presentare la CT come una tassa patrimoniale ("It is a property based tax", "The council tax is a tax on property", vedi ), per cui dovrebbe sorgere almeno il dubbio che il legislatore Britannico abbia inteso apporre la responsabilità del pagamento all'inquilino residente, piuttosto che al proprietario, in fuzione di sostituto d'imposta nei confronti del proprietario stesso, almeno per una qualche porzione del tributo in questione, e che abbia evitato il trasferimento a cascata di responsabilità in caso di mancato pagamento da parte dell'inquilino per incentivare i proprietari a scegliere di proporre i propri immobili nel mercato delle locazioni.
Parlavo di vaso di Pandora perché ovviamente non è chiaro chi deve decidere se l'inquilino sia o meno sostituto d'imposta, anche soltanto parzialmente, e nell'impossibilità di differenziare tra parte patrimoniale e parte non patrimoniale della CT, se sia effettivamente lecito portare a credito d'imposta l'intero addebito della CT, anche se legalmente o praticamente responsabilità dall'inquilino, chiunque sia che abbia effettivamente pagato il tributo in questione.
Labels:
estero,
Fisco,
inghilterra,
it-IT,
IVIE,
legge,
patrimoniale,
Regno Unito,
Tasse,
Tributi
Wednesday 2 May 2012
IVIE nel Regno Unito
Nel Regno Unito non esiste il Catasto, o almeno non esiste con quel nome. I diritti di proprietà sono generalmente, ma non sempre, registrati nei Land Registry (e ce ne sono 3, uno per l'Inghilterra e il Galles, uno per la Scozia, e l'altro per l'Irlanda del Nord), mentre le valutazioni degli immobili o dei terreni per conto del governo, che li usa per ragioni fiscali e per le prestazioni sociali, vengono effettuate dalla VOA (Valuation Office Agency), che è un'agenzia della HMRC, l'agenzia delle entrate britannica.
La valutazioni della VOA sono ferme ai valori del 1 Aprile 1991 in Inghilterra, e del 1 Aprile 2003 in Galles. La discrepanza è dovuta al fatto che la Council Tax si paga sulla base di queste valutazioni, e dopo aver visto gli effetti della rivalutazione effettuata in Galles, i politici si sono resi conto che chiunque si renda responsabile di una rivalutazione in Inghilterra, molto probabilmente straperderà le successive elezioni nazionali, e quindi procrastinano.
Usando le valutazioni della VOA, l'IVIE verrebbe a costare molto di più a chi possiede immobili in Galles rispetto a chi li possiede in Inghilterra. La ragione, oltre ai 12 anni intercorsi tra le 2 valutazioni, è che il 1991 è anche coinciso con il precedente crack del mercato immobiliare, per cui le valutazioni sono veramente basse, sia rispetto ai trend storici, sia rispetto ai valori odierni. Per fare che un esempio, gli appartamenti da 200m2 a Mayfair che passano di mano per 8-10 milioni di sterline, saranno valutati probabilmente 200-300 mila sterline.
Questo premesso, se la Council tax venisse considerata come detraibile (e non possiamo esserne assolutamente certi, perché è una tassa, non un'imposta, ed include il pagamento di servizi come la gestione dei rifiuti), ed utilizzando le valutazioni della VOA, praticamente l'IVIE per immobili in Inghilterra non dovrebbe pagarla nessuno o quasi.
Il motivo è quello che rispetto alle valutazioni della VOA, la CT generalmente ben più elevata dello 0.76%.
In dettaglio, ai fini della valutazione della CT, in Inghilterra gli immobili vengono divisi in 8 bande. Ho fatto i conti, e con gli importi medi della CT, le prime 7 bande sono tutte più care dell'IVIE (fatto 100, si va dal 559% della banda A, al 115% della banda G).
Caveat: i conti li ho fatti sugli importi medi della CT, che però vengono decise a livello locale, e variano molto. A Wandsworth, che è l'ente locale con la CT più bassa (quindi il caso limite peggiore per quanto riguarda la detraibilità per l'IVIE), le prime 5 bande mi vengono più care dell'IVIE, la sesta banda meno cara ma di centesimi, quindi dentro la franchiga di 200 Euro, e per la settima banda (G) mi veniva un'IVIE di 825 Euro.
Per quanto riguarda l'ottava banda (H), nel caso medio generale mi venivano in franchigia immobili fino ad una valutazione VOA da £355 mila, ma ovviamente andrebbe visto caso per caso, perché dipende dall'importo della CT in una determinata località.
A questo punto val la pena di ripetermi: facendo delle prove, più sopra maggiori dettagli, praticamente mi viene che, se si verificano 2 ipotesi tutto sommato abbastanza ragionevoli (Concil Tax considerata detraibile, e valutazioni della VOA utilizzate per calcolare l'IVIE), l'IVIE sugli immobili in Inghilterra, tranne casi limite, non la dovrà pagare praticamente nessuno (le uniche eccezioni sono alcuni immobili in banda H, che comunque valgono generalmente svariati milioni di Euro, ed alcuni immobili in banda G in quelle, poche, zone dove la Council Tax è molto bassa).
Nella generalità dei casi, immobili dalla banda A alla F non dovrebbero pagare, quasi tutti quelli in banda G nemmeno, e probabilmente qualcuno in banda H se la potrebbe pure scampare (sempre con le 2 ipotesi di cui sopra).
Ad ogni modo, calcolata sulle valutazioni della VOA, l'IVIE per gli immobili in banda G o H è praticamente il 10% o meno rispetto a quella calcolabile dai valori di mercato! E con "praticamente il 10% o meno" intendo scontata almeno del 90% (cioé stile 1000 Euro invece di 10 mila Euro).
Il punto principale diventa quindi capire se l'AdE riterrà "catastali" le valutazioni della VOA (che sono quelle utilizzate per fini fiscali nel Regno Unito), e se riterrà un tributo patrimoniale la Council Tax.
Devo ammettere che comunque a mio parere l'IVIE mi appare come un vespaio di potenziali incostituzionalità.
Qualche giorno fa a pranzo discutevo con un collega italiano di una terza persona, residente nella Repubblica Italiana, che ha un portafoglio immobiliare di 21 unità, tutte in Inghilterra, tutte in fascia A, B o C. Con l'interpretazione di cui sopra, questa persona praticamente non dovrebbe pagare un copeco di IVIE, mentre ad esempio potrebbe doverla pagare il tunisino residente nella Repubblica Italiana, magari in affitto in un tugurio nel Bel Paese, che possegga un immobile dal valore di poche decine di migliaia di Euro in un sobborgo di Tunisi. Non credo sia moralmente e costituzionalmente sostenibile un tributo che permetta scenari simili.
Labels:
Council Tax,
Fisco,
Galles,
inghilterra,
it-IT,
IVIE,
patrimoniale,
Regno Unito,
Tasse,
Tributi
Location:
London
Friday 6 April 2012
Mysteries of Trapani 2012
Mysteries of Trapani 2012, a set on Flickr.
Mysteries of Trapani 2012
Labels:
en-GB,
Mysteries,
Procession of Mysteries,
Trapani
Location:
Trapani, Italy
Thursday 9 February 2012
Dalla Sicilia a Istanbul senza scalo
Per la prima volta la Sicilia partecipa nello stand dell'Enit all'Emitt di Istanbul, e per l'occasione l'assessore al Turismo siciliano, Daniele Tranchida, avrebbe dichiarato in conferenza stampa che per incrementare ed agevolare il flusso turistico tra la Turchia e la Sicilia si starebbero studiando delle iniziative per potenziare i collegamenti tra queste due aree, anche attraverso voli diretti, collegamenti attualmente sottodimensionati.
Leggere che anche la politica siciliana si rende finalmente conto che i collegamenti tra la Sicilia e la Turchia sono sottodimensionati, e che c'è bisogno di collegamenti diretti, è sinceramente molto interessante!
Ma è vero che i collegamenti tra la Sicilia e la Turchia sono sottodimensionati? Sì, è vero.
Proviamo ad analizzare la situazione con Istanbul.
Istanbul ha oltre 13 milioni di abitanti. Se aggiungiamo gli abitanti delle province di Kocaeli e Yalova, con le quali non c'è praticamente soluzione di continuità, siamo a 15 milioni. Il triplo della Sicilia.
Istanbul dovrebbe avere un PIL intorno ai 170 miliardi di Euro, e da un decennio, tranne che nel 2009, cresce di oltre il 10% annuo. Di nuovo, questo PIL è spannometricamente due volte e mezza quello Siciliano. Pro capite saremmo intorno ai 13 mila Euro, le famiglie turche però sono più grandi, per cui pro familia forse a Istanbul il PIL è già sui livelli di quello Siciliano. Il PIL pro capite di Kocaeli poi è probabilmente anche più alto di quello di Istanbul.
La distribuzione della ricchezza ad Istanbul è d'altra parte "peggiore" di quella Italiana o Siciliana. C'è meno classe media, più gente che fatica ad arrivare a fine mese, ed un gruppo di persone ricchissime, tant'è vero che le case più desiderate, gli yali, le ville sul Bosforo, generalmente non sono nemmeno lontanamente alla portata dei più strapagati giocatori di calcio o basket, stranieri o indigeni, manco in affitto.
Pur tenendo conto della "cattiva" distribuzione della ricchezza, Istanbul è talmente grande e popolosa che le persone che si potrebbero tranquillamente permettere una vacanza in Sicilia, a Istanbul sono milioni.
Dati i livelli qualitativi del settore turistico turco, ed il rapporto qualità prezzo, molti Turchi in Sicilia verrebbero purtroppo soltanto una volta. Anche se si possono tranquillamente permettere una vacanza in Sicilia dal punto di vista economico o culturale, in Turchia c'è un'offerta molto più ampia e molto più avanzata.
Se anche 3 milioni di persone venissero soltanto una volta, in 10 anni sarebbero 600k pax annui, cioé 1650 pax al giorno. Ci si riempono 5 voli A/R al giorno.
Ci sono delle ragioni indipendenti dalle (in)capacità delle classi dirigenti siciliane, per cui lo scenario dei 3 milioni di visitatori turchi in 10 anni è al momento irrealizzabile, la principale è la politica dei visti dell'Unione Europea. Per ottenere un visto Schengen un turco benestante deve presentare mezzo chilo di documentazione, pagare svariati balzelli, superare un'intervista, ed alla fine a volte glielo danno al massimo per 6 mesi, ma alcuni paesi europei (fortunatamente la Repubblica Italiana non è a quei livelli!) soltanto per le date del viaggio. La politica statunitense (se rispetti il primo visto, il secondo te lo danno per 5-10 anni) ha molto più senso.
Nonostante quanto sopra, per anni prendendo l'Istanbul-Palermo via Roma Fiumicino o Milano Malpensa, ho sempre notato un consistente numero (come minimo parecchie decine) di Turchi che andavano in vacanza in Sicilia.
Conosco decine di istanbuliti che sono andati in vacanza in Sicilia. Mi capita spessissimo di sentirmelo dire quando dico di essere Siciliano. Tra l'altro, in estate le principali testate giornalistiche nazionali sono attapanate di pubblicità per svariate destinazioni turistiche, e non manca mai la pubblicità di uno o due tour della Sicilia.
Mi pare onestamente impossibile affermare che un volo diretto Sicilia-Istanbul giornaliero non potrebbe essere sostenibile.
Credere, ed affermare, una cosa del genere nel 2012 è veramente incredibile.
Le rotte dirette, senza scali intermedi, per Istanbul ce le hanno oramai aeroporti come Genova Sestri Ponente, che nel 2011 pur andando bene ha fatto meno passeggeri di Trapani Birgi che è andato peggio delle aspettative per via della crisi libica, o di Torino Caselle, che fa 1 milione e passa di passeggeri in meno di Palermo Punta Raisi, oltre a Napoli e Bologna che sono il prossimo gradino a cui Palermo dovrebbe mirare, e che fanno meno passeggeri di Catania Fontanarossa.
Per fare un esempio vicino alla Sicilia, Malta ha un dodicesimo della popolazione siciliana ed un decimo del PIL Siciliano, ed i cittadini turchi hanno gli stessi problemi di visto per la Sicilia e per Malta, dato che sono entrambi paesi Schengen. Ciò nonostante, Malta riesce a sostenere un bisettimanale diretto in bassa stagione, offerto in code share da Air Malta e Turkish Airlines. Questo bisettimanale va avanti dal 1987, ed anzi, prima che Malta entrasse in Schengen, e cioé quando i cittadini turchi potevano recarsi a Malta molto più semplicemente, aveva una frequenza ben maggiore, soprattutto d'estate.
Se Malta riesce a sostenere un bisettimanale in bassa stagione, la Sicilia dovrebbe poter sostenere due giornalieri, forse anche tre.
In questo momento storico, la linea aerea con più probabilità di riuscire a sostenere con profitto voli diretti tra la Sicilia e Istanbul è Turkish Airlines.
Turkish Airlines sta da diversi anni comprando aerei ed aprendo rotte ovunque, ha un network enorme centrato su Istanbul, dato che ci sono un bel po di Siciliani che vanno per lavoro nel Golfo, in India, in Cina, nell'Asia Centrale, che magari con THY potrebbero risparmiare tempo e denaro.
Se la Sicilia vuole ambire a crescere, sia turisticamente che economicamente, deve ambire ad avere un collegamento diretto con Istanbul.
Si potrebbe anche iniziare con uno stagionale estivo, magari 4x da Catania Fontanarossa e 3x da Palermo Punta Raisi.
Da Palermo a Istanbul ci sono 850 miglia, e da Catania appena 773!
In bassa stagione una compagnia aerea ci rientrerebbe vendendo la rotta a 75 Euro per tratta e forse anche meno, dato che ad esempio Turkish Airlines in bassa stagione vende tranquillamente voli tra Istanbul ed Hatay, che sono 500 miglia, a partire da 25 Euro per tratta!
Ho creato una pagina facebook per popolarizzare e supportare l'idea che tra Sicilia e Istanbul ci possano essere collegamenti aerei diretti senza scalo, se volete supportare anche voi questa idea, ed avete un account facebook, vi prego di sottoscriverla anche voi: http://www.facebook.com/Sicily2Istanbul
Labels:
aeroporto,
Aeroporto di Catania,
Aeroporto di Istanbul,
Aeroporto di Palermo,
Catania,
Istanbul,
it-IT,
Palermo,
Sicilia,
Turchia
Subscribe to:
Posts (Atom)