Monday, 1 September 2008

Chi protegge i diritti degli Italiani?

Innanzitutto, la legge Italiana (Art.5, DL 2007/30) stabilisce che l'ingresso è un diritto anche per certi familiari extracomunitari (a.e. la moglie), e che i visti vanno concessi loro con priorità. Dato che l'ingresso è un diritto, va da se che il visto richiesto in questi casi non è una gentile concessione da parte delle autorità consolari, ma un diritto da parte del richiedente, ed un dovere da parte dei consolati.Questo premesso, il citato Decreto implementa la Direttiva 2004/38/CE, che stabilisce il diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nella UE. A chi tocca proteggere questo diritto? Il consolato afferma che è stato vietato loro di concedere visti ai familiari extracomunitari residenti nella UE, e che è colpa degli altri paesi che non hanno ancora implementato la 2004/38/CE. In realtà gli altri paesi hanno implementato la Direttiva ma loro non considerano i permessi di residenza Britannici buoni per circolare nell'Unione Europea, perchè il Regno Unito non è un paese Schengen (ai consolati Spagnoli e Belgi me lo hanno detto di persona, i Francesi per via indiretta). Al telefono con un alto funzionario del Consolato, questi mi ha confermato di essere al corrente che le persone come mia moglie in definitiva ora si ritrovano nella condizione di poter viaggiare liberamente soltanto in Italia e nel Regno Unito, mentre per andare altrove devono chiedere il visto ai consolati stranieri, cito testualmente, "sottoposti erroneamente dalle autorità consolari straniere alle stesse verifiche ed allo stesso processo di un cittadino extracomunitario qualunque", come infatti ho appurato di persona nella mia questua per un visto per mia moglie.Sarebbe molto più sensato a questo punto che il Ministero degli Esteri facesse quello per cui è preposto, cioè proteggere i diritti degli Italiani, ed ordinasse ai consolati di riprendere a fornire visti alle persone come mia moglie.