Wednesday, 12 July 2017

Triton, gli sbarchi e l'Italia

Qualche giorno fa ha fatto parecchio scalpore una intervista ad Emma Bonino, in cui l'ex ministro degli esteri italiano pare abbia affermato che "Siamo stati noi a chiedere che gli sbarchi avvenissero tutti in Italia, anche violando Dublino", ed anche "E nel 2014-2016 che il coordinatore fosse a Roma, alla Guardia Costiera e che gli sbarchi avvenissero tutti quanti in Italia, lo abbiamo chiesto noi, l’accordo l’abbiamo fatto noi, violando di fatto Dublino". La signora Bonino usa "noi", ma probabilmente per senso dello stato, perché il ministro degli esteri nel 2014 era un altro.
L'intervista ha causato molte reazioni. Dai commenti giunti da più parti, pare chiaro che fossero veramente in tanti, sia tra i comuni cittadini che nella classe politica, coloro i quali non avessero idea che una delle decisioni operative fosse proprio quella di scegliere i porti italiani per gli sbarchi.
Eppure sarebbe bastato chiedere a Frontex. E qualcuno lo ha fatto per noi. Non oggi o qualche giorno fa, ma già nell'Aprile del 2015 il Sig. Nicolai Christoffersen chiese a Frontex i piani operativi dell'operazione Triton, per quanto riguardava il 2014, e da Frontex gli rispose la Sig.ra Berenika Wyrzykowska, pubblicando tre documenti, il piano operativo, il manuale e gli allegati.
I documenti, come comprensibile, sono pieni di omissis, ma sul ruolo dell'Italia negli sbarchi non ci sono omissis, è tutto leggibile, pubblicamente, dal Maggio del 2015, Frontex non ha nemmeno pensato che queste informazioni potessero in alcun modo essere sensibili.
Ed hanno ragione, non sono informazioni sensibili dal punto di vista operativo. Ma potrebbero esserlo dal punto di vista politico.
Chiunque abbia una confidenza con l'Inglese può leggere da se i tre documenti, qui un paio di assaggi, il primo sugli sbarchi:
Triton 2014 Annex 19-20
Il secondo sulle intercettazioni:
Triton 2014 Annex 13-14
Non credo ci sia molto altro da aggiungere.

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